Roma- "Federfarma deve tagliare i prezzi dei farmaci che costano il 25% in piu' della media europea". Lo afferma l'Adoc commentando quanto detto da Federfarma secondo cui, con l'attuazione della manovra finanziaria, sarebbe a rischio chiusura circa il 25% delle farmacie. "Federfarma tagli i prezzi dei farmaci - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - che costano anche a causa anche degli alti prezzi della distribuzione intermedia e finale. Ci chiediamo perche' l'Antitrust non abbia ancora avviato un'indagine in merito, sono solo i consumatori e non i farmacisti a rimetterci. Crediamo sia opportuno anche incentivare l'utilizzo dei farmaci generici, che in base alle disposizioni della manovra, subiranno una riduzione di costo pari al 12,5% entro dicembre 2010, e chiediamo soprattutto che negli ospedali siano utilizzati in via esclusiva. Inoltre, dopo la giusta liberalizzazione avvenuta nel settore farmaceutico con la legge 248 del 2006, riteniamo positiva la possibilita' di estendere la vendita di alcuni farmaci senza obbligo di ricetta e dei prodotti parafarmaceutici senza il vincolo della presenza del farmacista, nei locali non tradizionalmente adibiti allo scopo.
In questo modo potra' essere garantita una opportunita' anche per i piccoli esercizi e non piu' solo per la grande distribuzione". Per Adoc occorre intervenire anche nella lotta agli sprechi farmaceutici, ogni famiglia e' costretta a buttare circa 80 euro l'anno. "Mediamente una famiglia spende 400 euro l'anno nell'acquisto di medicinali da banco, di questi quasi 80 euro vengono sprecati, a causa delle confezioni non conformi alla terapia prevista - continua Pileri - alcuni beccucci dei flaconi e degli spray, difatti, non consentono l'utilizzo di circa il 20% del prodotto, reso praticamente inaccessibile.
Discorso simile per i medicinali in gocce, dato che poco meno del 10% rimane nella boccetta, inutilizzabile. Inoltre, la maggioranza dei farmaci confezionati in blister contiene un numero di compresse superiore o inferiore del 30%, in media, rispetto al normale ciclo terapeutico per cui viene impiegato.
In tale modo, si costringe il malato ad acquistare una seconda scatola del farmaco o a mantenere in giacenza la confezione, spesso fino alla scadenza del prodotto. Alimentando lo spreco, causando danni ingenti all'economia familiare e nazionale, per ben 1,5 miliardi di euro. Uno spreco assolutamente non giustificabile e preoccupante. Inoltre, il tempo di scadenza dei medicinali si e' notevolmente ridotto rispetto ad anni fa.
La scadenza media di un prodotto e' passata dai 2 anni ai 6 mesi, o un anno al massimo. Comportando l'acquisto forzato, e inutile, di piu' confezioni nell'arco di un anno, soprattutto di farmaci destinati alla cura di patologie non croniche. Ed e' significativo che almeno altri 400 euro a famiglia sono quelli a carico o rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. Anche questi prodotti, oltre che a costare di piu' della media europea aggravando quindi i conti pubblici, in parte vengono buttati (altri 80 euro a famiglia) per le scadenze del prodotto e a causa delle confezioni inadeguate".
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