Le strategie e gli obiettivi del sistema sanitario bolognese per garantire la continuità della
assistenza sono al centro del convegno tenutosi oggi a Bologna, al Savoia Hotel Regency, al
quale partecipano, tra gli altri, Francesco Ripa di Meana e Massimo Annicchiarico,
rispettivamente direttore generale e direttore sanitario dell’Azienda USL di Bologna, Augusto
Cavina, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Antonio
Brambilla, responsabile Servizio Assistenza Distrettuale e Medicina Generale della Regione
Emilia Romagna.
L’incremento di cronicità e non autosufficienza conseguente alla più elevata aspettativa di
vita e all’invecchiamento della popolazione richiedono attenzione sempre maggiore per la
continuità della assistenza e per la integrazione tra discipline e professionisti diversi e tra
diversi livelli di intensità di cura, a cominciare dal raccordo tra Ospedale e Territorio.
Il Convegno, al quale hanno partecipato circa 350 tra direttori di distretto, medici di medicina
generale, infermieri e fisioterapisti, ha affrontato il tema con un’ampia discussione tanto sugli
aspetti di carattere generale che su strumenti ed esperienze innovative. Tra queste, anche
quelle sviluppate nel territorio dell’area metropolitana di Bologna con le Centrali di Continuità
fra Ospedale e Territorio e la Centrale Metropolitana Post Acuzie (CEMPA) dell’Azienda USL
di Bologna.
Sono più di 5.000 i cittadini che nel corso del 2009 hanno usufruito dei servizi delle Centrali
di Continuità fra Ospedale e Territorio della Azienda USL di Bologna. Si tratta, prevalentemente, di anziani fragili e non autosufficienti di età superiore ai 75 anni, residenti
nel territorio dell’Azienda USL di Bologna, che dopo essere stati dimessi dagli ospedali dell’area metropolitana bolognese (i 9 ospedali dell’Azienda e il Policlinico S.Orsola-
Malpighi), hanno potuto usufruire di tutti i servizi necessari, sanitari e sociali, a casa propria.
Servizi messi a disposizione dalle Centrali di Continuità fra Ospedale e Territorio dell’Azienda, per la prima volta in Italia, attraverso un percorso assistenziale condiviso tra
tutti i professionisti coinvolti e una scheda informatizzata di supporto. Le Centrali di Continuità fra Ospedale e Territorio mettono in rete i 9 ospedali dell’Azienda USL e l’area medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna con i servizi sanitari e sociali presenti sul territorio dell’intera area metropolitana. Sono presenti in tutti i distretti dell’Azienda USL di Bologna. Ogni Centrale è composta per la parte sanitaria da un infermiere e da un medico, per la parte socio-sanitaria da un operatore che effettua il coordinamento con gli Assistenti Sociali del Comune di riferimento. La segnalazione, effettuata dall’ospedale dal quale il cittadino viene successivamente
dimesso, di norma entro 72 ore, attiva direttamente l’infermiere e l’assistente sociale del Comune, che provvedono, per quanto di loro competenza e in relazione ai bisogni, alla presa in carico della persona assistita in collaborazione con il servizio di protesica e ausili, con il
punto di valutazione fisioterapico, con il servizio infermieristico domiciliare, con il medico di
medicina generale, con i professionisti ospedalieri. L’assistente sociale, attraverso il contatto diretto con i familiari, effettua le valutazioni del caso in collaborazione con il personale sanitario, e predispone il progetto socio-sanitario personalizzato, attivando la rete dei servizi
socio-sanitari distrettuali e, in particolare, l’Assistenza Socio Sanitaria Domiciliare Integrata.
La Centrale di Continuità si avvale anche della presenza di un fisioterapista che, in collaborazione con il case manager infermieristico, garantisce la pianificazione dell’intervento
riabilitativo e di una farmacista che collabora nella valutazione del piano terapeutico e dell’approvvigionamento e consegna di farmaci e materiale di medicazione direttamente a casa del cittadino o nelle sedi distrettuali per lui più comode.
Sulla base dell’esperienza delle Centrali di Continuità fra Ospedale e Territorio l’Azienda USL di Bologna ha avviato, da pochi mesi, la Centrale Acuzie e Post Acuzie (CEMPA). La
Centrale permette, per la prima volta in Italia, di monitorare in tempo reale attraverso la rete informatica, la disponibilità dei posti letto, per post acuti e nelle RSA dell’area metropolitana bolognese. Il progetto è stato realizzato in collaborazione fra l’Azienda USL di Bologna e
l’Azienda Ospedaliero-Universitaria S.Orsola-Malpighi, ai quali si aggiungerà, a breve, anche l’Istituto Ortopedico Rizzoli. Dopo la segnalazione, effettuata dall’ospedale dal quale il cittadino sta per essere dimesso, l’operatore della CEMPA, tenuto conto delle esigenze sanitarie e sociali del paziente, identifica tempestivamente la sede più appropriata di ricovero per la fase di post acuzie nei
reparti di lungodegenza o nelle RSA dell’area metropolitana. L’avvio della CEMPA, nei primi mesi di attività, ha fatto registrato un tempo di attesa medio per il ricovero in post acuzie
inferiore a 3 giorni.
Azienda USL di Bologna
È una della maggiori Aziende sanitarie in Italia per dimensioni e complessità assistenziale.
Il suo territorio comprende 50 comuni su un’area di 3.000 chilometri quadrati circa, per una popolazione di oltre 830.000 abitanti (i residenti in Emilia Romagna sono quasi 4.300.000). Il bilancio annuale supera i 1.700 milioni di euro (oltre il 22% dei 7.600
milioni della sanità della Regione Emilia Romagna), al suo interno sono impegnati oltre 8.500 professionisti (sul totale di 60.000 nel sistema sanitario regionale), 1.300 dei quali medici.
|