ROMA - Sono 1.120 i casi registrati lo scorso anno su 875mila infortuni complessivi, per una flessione del 7,2%. In aumento, invece, le malattie professionali. La circolazione stradale resta il nemico principale da combattere. Sono le informazioni diffuse dall'Inail (Istituto nazionale infortuni sul lavoro) con il Rapporto annuale.
Morti sul lavoro. Mai così pochi dal dopoguerra. Sono stati 874.940 gli infortuni sul lavoro e 1.120 gli incidenti mortali nel 2008. L'anno passato si è chiuso con un bilancio infortunistico che, pur nella drammaticità dei numeri, segna un incoraggiante record storico: per la prima volta dal 1951, primo anno per il quale si dispone di statistiche attendibili e strutturate, nel nostro Paese il numero di infortuni mortali è sceso al di sotto dei 1.200 casi l'anno. Nel 2008, infatti, i morti del lavoro sono diminuiti del 7,2% rispetto ai 1.207 dell'anno precedente.
Nel giro di circa quaranta anni si è passati dal tragico record storico di 4.664 morti sul lavoro del 1963, apice del boom economico, ai poco più di 1.500 di inizio Millennio.
Tale trend decrescente è poi proseguito negli anni Duemila: tra il 2001 e il 2008 gli infortuni mortali sono diminuiti di circa il 28% in valori assoluti e di oltre il 33% se il dato è rapportato agli occupati, che nello stesso periodo di tempo sono aumentati dell'8,3%.
Dei 1.120 infortuni mortali del 2008, 335 sono quelli determinati da circolazione stradale in occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi viaggiatori, addetti alla circolazione stradale) e 276 quelli in itinere, ovvero sul percorso casa lavoro e viceversa, accaduti prevalentemente su strada.
Infortuni sul lavoro. In otto anni decremento del 14,5%. Sono 874.940 gli infortuni sul lavoro denunciati all'Inail per l'anno 2008. Alla data di rilevazione ufficiale del 30 aprile 2009 si registrano circa 37.500 casi in meno rispetto ai 912.410 dell'anno precedente, con una flessione di 4,1 punti percentuali, nettamente superiore al -1,7% registrato tra il 2007 e il 2006.
Come per gli infortuni mortali, il calo registrato nel 2008 non fa che confermare il trend decrescente degli ultimi otto anni: in questo periodo le denunce di infortunio sono scese infatti del 14,5%, che vuol dire quasi 150mila infortuni in meno rispetto ai 1.023.379 del 2001.
Malattie professionali. In due anni +11%. Sono quasi 30mila (per l'esattezza 29.704) le denunce di malattie professionali pervenute all'Inail nell'anno 2008 per il riconoscimento e l'eventuale indennizzo di una patologia insorta durante l'attività lavorativa. Si tratta di circa 1.000 denunce in più (3,2%) rispetto all'anno 2007 che aveva registrato a sua volta un aumento di ben 2mila casi (+7,4%) in confronto con il 2006.
Nel giro degli ultimi due anni, dunque, le patologie denunciate sono cresciute di ben 3mila casi, vale a dire di 11 punti percentuali. Un incremento verosimilmente dovuto all'emersione del fenomeno e alla maggiore sensibilità verso un problema troppo spesso sottovalutato piuttosto che a un peggioramento delle condizioni di salubrità negli ambienti di lavoro.
La maggior parte delle malattie professionali denunciate nel 2008 riguardano l'Industria e i Servizi, gestione che da sola assomma il 93% dei casi di tecnopatia. In particolare sono 27.539 le patologie denunciate nell'Industria e Servizi, 1.817 in Agricoltura e 348 tra i dipendenti del conto Stato.
Le patologie più diffuse. L'ipoacusia e sordità si conferma come prima malattia professionale per numero di denunce, con un'incidenza che però diminuisce di anno in anno, passando dal 30% (circa 7.500 casi) al 20% del totale nel 2008 (circa 5.700 casi). Sono infatti altre le patologie emergenti, in particolare quelle che colpiscono l'apparato muscolo-scheletrico: le denunce per tendiniti (oltre 4mila nel 2008) e le affezioni dei dischi invertebrali (circa 3.800) sono più che raddoppiate negli ultimi cinque anni. Numericamente rilevanti sono poi anche le denunce per artrosi (circa 1.900 casi) e per sindrome del tunnel carpale (circa 1.500).
Restano inoltre ancora oggi significative l'asbestosi (circa 600 casi l'anno), patologia che presenta periodi di latenza di anche quaranta anni e che secondo le stime raggiungerà il picco di manifestazione intorno al 2025 e la silicosi (quasi 300 casi nel 2008), caratterizzata da una tendenziale contrazione nel corso del quinquennio 2004-2008.
Una particolare importanza stanno infine assumendo i disturbi psichici lavoro-correlati, che nell'ultimo quinquennio hanno avuto una consistenza numerica pari a circa 500 casi l'anno, di cui larga parte individuati come "mobbing".
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