BERGAMO - Campagna “Donare insieme 2009”, al grido però dell'“armiamoci e...partite” cioè dell'incoerenza della classe dirigente. Infatti medici, politici e loro familiari si tengono ben stretti i loro organi e speculano su quelli dei commercianti, agricoltori, camerieri, casalinghe e .., tenuti di proposito nell'ignoranza sulle condizioni dell'espianto (eseguito a cuore battente e sangue circolante), dicendo falsamente che il prelievo di organi è “dopo la morte”, ben sapendo che il cittadino per Morte intende la morte vera in arresto cardiocircolatorio e respiratorio.
Menzogna che serve a sviluppare il redditizio mercato della chirurgia sostitutiva.
Piangono le autorità sanitarie perché non ci sono abbastanza organi, come se crescessero sugli alberi. Auspicano forse più incidenti, più lesioni cerebrali, più organi, più trapianti, più sperimentazioni, più finanziamenti pubblici, più guadagni, più mercato?
Lo spot “Chi salva la vita salva il mondo intero”, partorito dalla mente del direttore generale uscente dell'ospedale Brotzu, 30 secondi in tv e radio (nonché inserzioni sui giornali e altro), echeggerà ovunque ossessivo pronunciato in 10 versioni da volti noti e semi noti di comici, miss e atleti in cerca di notorietà che colgono qualsiasi occasione, senza remore morali, per non scomparire nel mare magnum dei dimenticati.
Pare proprio che politicanti e trapiantisti della sanità sarda abbiano preso lezioni da Brumat fondatore dell'Aido che scriveva già nel 1996 “Non trascuriamo una caratteristica del popolo italiano - in particolare dei giovani - che è quella di mitizzare campioni dello sport, cantanti, attori e talvolta anche qualche personaggio della vita pubblica. Perché non sfruttare questa 'debolezza umana' che spesso diventa passione, delirio?”.
Gli fa eco l'assessore alla Sanità “Sappiamo che mostrare i volti sorridenti dei trapiantati è molto importante”. Poveri, gli tocca di sorridere! Quindi 1.771.000 abitanti della Sardegna saranno ancor più ingannati dalla sanità pubblica e dai pubblicisti. Domandiamo all'ex direttore sanitario del Brotzu, ora consigliere regionale riformatori sardi, che con orgoglio afferma di aver lanciato “con qualche scelta spericolata” alla fine degli anni '80 il programma dei trapianti, se ci può dire qualcosa sul caso Uras. Allora i giornali scrissero: “L'espianto bloccato (dal giudice) il 1 giugno '90 sul corpo di Maria Agnese Uras, 13 anni, coinvolta in un tragico incidente stradale alla periferia di Ollastra Simaxis nell'Oristanese era stato deciso con troppa fretta. Il responso dei periti è quasi agghiacciante, tenuto conto che la 'morte clinica' (ndr cerebrale) prospettata dai medici dell'ospedale era una forzatura. I tre esperti..... sostengono che in quelle fatidiche ore il cervello di Maria Agnese funzionava regolarmente: 'Nessuna traccia di lesioni cerebrali primitive'”. Come è andata a finire la denuncia dei familiari? Queste sono le cose che si devono dire ai cittadini. Capiamo le preoccupazioni del Coordinatore regionale dei prelievi per la scarsità delle donazioni, evidentemente teme di perdere i fondi, dato che la Legge 91/99 all'art. 16 comma 2 dice chiaramente che verrà “revocata l'idoneità a quelle strutture che abbiano svolto nell'arco di un biennio meno del 50% dell'attività minima prevista dagli standard del Ministero della Sanità”.
NERINA NEGRELLO
Presidente della Lega Nazionale
Contro la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
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