RIMINI - Sanità protagonista anche quest’anno al “XXX Meeting per l’amicizia fra i popoli” che si tiene a Rimini.
«Non bisogna dimenticare che il privato opera in un sistema pubblico, svolge un servizio pubblico - ha sottolineato Bruno Biagi, vicepresidente gruppo “Villa Maria”, fornendo un quadro storico e contestuale del rapporto tra pubblico e privato in Italia -. La riforma sanitaria contenuta nella legge 502 del 1992 ha cercato di migliorare i rapporti tra pubblico e privato ma solo alcune regioni (come Lombardia ed Emilia Romagna) l’hanno recepita».
Questo il punto di vista di Marina Panfilo, institutional & stakeholders relations director Pfizer Italia: «Pfizer ha deciso di collaborare con il pubblico non solo sul lato della ricerca farmacologia, ma anche mettendo a disposizione tecnologie e conoscenze per innovare il sistema sanitario, anche se questo spesso in alcune regioni è molto difficile anche a causa di vincoli normativi».
«Innanzitutto – ha spiegato il direttore generale sanità della Regione Lombardia, Carlo Lucchina - occorre che sempre di più i soggetti pubblici e privati collaborino (condividendo i rischi) nella cura delle post acuzie e nei servizi territoriali. L’assistenza territoriale andrebbe considerata come la prestazione per acuti e tariffata con i Drg.
Un sistema, come insegna l’esperienza americana, può essere concorrenziale ma non competitivo, cioè può perdere di vista la qualità delle cure che eroga. La qualità è l’obiettivo primario e le aziende private devono collegare sempre il profitto alla qualità delle prestazioni erogate. Non dobbiamo curare le persone, ma prenderci cura delle persone».
«La relazione tra soggetti pubblici e privati differisce molto nelle diverse regioni italiane - ha affermato Flavio Tosi, sindaco di Verona ed ex assessore alla Sanità della Regione Veneto –. Il privato spesso è poco valorizzato per motivi ideologici, per cui pubblico è bene e privato è male».
Il sindaco ha poi riportato alcuni casi concreti, come la collaborazione tra un ospedale pubblico e uno privato per l’utilizzo di apparecchiature tecnologiche molto complesse, per dimostrare che «la collaborazione può migliorare il sistema, ma occorre che vi siano regole uguali e condivise». Per quanto riguarda il tema del controllo, Tosi ha sottolineato l’importanza della trasparenza e della serietà dei soggetti preposti a controllare il sistema, «altrimenti si creano casi di malasanità che poi nei fatti si rivelano falsi» mentre la Panfilo ha insistito sull’importanza della misurazione dei risultati e del benchmark tra di essi, in modo che «le esperienze migliori in atto sul territorio possano essere messe a sistema».
Diverso il punto di vista di Biagi e Lucchina riguardo alla tipologia del soggetto responsabile del controllo.
Per Biagi «esso deve essere un ente terzo, pubblico ma slegato dalla politica»; per Lucchina «più che un ente esterno è fondamentale che la cultura del controllo e della valutazione si sviluppi all’interno del mondo sanitario e diventi obiettivo primario di ciascun professionista sanitario».
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